Bourgogne Pinot noir 2022
Bourgogne Pinot noir 2022
Pinot noir
di vigne nel comune di Gevrey Chambertin
Fermentazione spontanea
Maturazione 15 mesi in acciaio per il 75% e in botti piccole
Agricoltura biologica con preparati biodinamici
Note di frutti neri, spezie e cuoio
Commento SW
Il Domaine Tortochot, famiglia che si dà da fare con l’uva da un centinaio di anni, si trova in una piccola strada in centro a Gevrey, nel cuore della Borgogna più classica.
Il Bourgogne Pinot Noir Cuvée Fine Sélection, vino di ingresso tra quelli prodotti, già dalla bottiglia e dall’etichetta, mostra di voler appartenere a questo mondo fatto di tradizione, di vini eleganti e carezzevoli, di produzioni limitate, di agricoltura gentile con la terra, ricca di protocolli biologici e preparati biodinamici.
Sono uve che entrano sane in cantina, vengono diraspate, fatte fermentare in santa pace con lieviti indigeni - e pazienza che poi fanno amicizia con il legno, lo fanno senza dargli troppa confidenza - per iniziare a girare il mondo dopo un ragionevole periodo di affinamento, lungo ma non troppo perché da che mondo è mondo la giovinezza aiuta sempre bellezza!
Il vino ha un colore, come sta accadendo spesso negli ultimi anni in Borgogna, specie nei vini “base”, molto intenso, impenetrabile: al centro del bicchiere lascia vedere la sua anima da pinot nero nell’unghia.
Al naso, molto varietale, frutto rosso e ammiccante che invita subito a portare il liquido in bocca a sorsate copiose.
Anche la bocca è dominata dal frutto, rosso morbido e amichevole, ma senza essere inutilmente dolce e flaccido, ma piuttosto accompagnato lungo tutta la beva da un’acidità rinfrescante e una vena minerale appena accennata che dà brio al sorso.
Un vino ruffiano, piacevolissimo, relativamente semplice, ma davvero appagante se hai bisogno di conforto e certezza, con tanta materia e spessore da mostrare un’importanza maggiore di quella che ci si aspetterebbe dalla semplice appellazione regionale.
Un porto sicuro che probabilmente acquisterà anche più complessità con un po' di permanenza in vetro.
Luigi Papille D'Orazio