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Tenuta Grillo

Igiea 2005

Igiea 2005

Colore

Barbera
fermentazione spontanea
Macerazioni di 40-60 giorni sulle bucce
Maturazione 30 mesi in botte grande
Affinamento di almeno 10 anni in bottiglia
senza filtrazione né chiarifica
Senza solfiti aggiunti

Al naso, intenso, con dominanza di sentori fruttati, seguono note speziate e floreali di viola. 
In bocca, grande acidità e freschezza, tannicità minima nonostante la lunga macerazione. 

Commento SW

Ho sempre ritenuto Igiea una delle Barbere più rappresentative della tipologia.
Liquido scuro e cupo, ma al contempo luminoso e brillante con quei riflessi granati che attraversano la concentrazione e l’impenetrabilità.
Il naso parla la stessa lingua degli occhi, nero, compatto, minerale, stratificato tra i frutti rossi maturi, ma non sfatti, e la mineralità.
Un naso che richiama forte la memoria olfattiva che mi riporta in quella terra dove ho passeggiato con Guido che, mentre ci facevamo strada tra vigne inerbite all’inverosimile, ci raccontava della sua idea di agricoltura e di cantina, fatta di rispetto e convivenza pacifica con la natura e di voglia di accompagnarla senza condizionarla nel percorso dalla terra al vino. Tutto ovviamente nel rifiuto di qualsiasi prodotto chimico, solforosa compresa, e dandogli tutto il tempo di cui ha bisogno.
Il tempo, che è il co-protagonista di questo racconto.

L’ultima bottiglia di Igiea che avevo avuto tra le mani era 2003 - una vendemmia ormai lontana, ma che ricordo molto bene.
Poi, dopo anni, mi trovo di nuovo a berlo con grande soddisfazione, stava mandando via velocemente una riduzione avvertibile ma non coprente neanche a boccia appena stappata.
E mentre parlo con Gianluca della frutta rossa intensa, ma non ruffiana, che si spalleggia con la parte un po' ematica da Barbera minerale e con una vena acida molto viva, fitta sottile e non astringente, rimango imbambolato, con la faccia da scemo e la bocca mezza aperta, leggendo la retro etichetta con scritto 2005.
Sì, duemilacinque!!!
Forse preso dal momento emotivo di bere un rosso di Guido dopo tanti anni, ho fatto il perfetto dilettante e non ho visto l’annata del vino con il quale mi stavo crogiolando.
Duemilacinque: l’avevo collocato dieci anni più avanti, il numero 2005 mi ha sbilanciato all’indietro e sono caduto, come un baccalà, sulla incredibile giovinezza che questa barbera sfacciata e menefreghista ostentava.
Un vino volutamente rustico, volutamente proletario, come dovrebbe essere ogni Barbera che si rispetti, che se ne frega del passare del tempo, resta giovane e si permette di andare sul mercato dopo 18 anni dalla nascita, oltretutto ad un prezzo che a questo punto fa solo sorridere (nella mia vita ho incontrato altri vini, pochi, che se ne fregano del tempo, più bianchi che rossi, tutti però di più nobili origini e scambiati con molti più denari!).
Guido e Igiea dopo il Don Chisciotte 2006, il loro Fiano che adesso si chiama Sancho Panza, e che ritengo uno dei tre bianchi più buoni d’Italia, hanno fatto, in effetti quasi venti anni fa, un altro miracolo del vino e del tempo!!!

Luigi Papille D'Orazio

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